Lucia Borsellino, assessore regionale alla Sanità, dice di non voler guardare in faccia nessuno. I suoi ispettori dovranno spiegarci come diavolo è potuto succedere che in una città come Catania non sia stato possibile trovare un posto in rianimazione per una neonata con problemi respiratori. Una neonata morta a metà strada dentro un’ambulanza costretta a vagare cento chilometri per trovare un ricovero.
E’ un copione che si ripete a cadenza regolare. Un nastro che si riavvolge e riparte: solo che i protagonisti sono sempre diversi, perché non si può morire due volte.
Tra i pochi ricordi che ho del periodo delle scuole elementari c’è quello di un bambino paffutello, col viso triste e la voce spesso rotta dal pianto. Piangeva e stava in disparte perché era diventato bersaglio di un gruppo di bulli della peggior specie: figli di papà arroganti, col viso pulito e la lingua lunga.