Spero davvero che il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, riesca a dimostrare – così come ha scritto ai suoi fedeli appena qualche giorno fa – che non c’entra nulla con il fiume di denaro scomparso dalle casse della curia per essere dirottato su conti correnti privati; prestiti ad personam a un prete schiavo del gioco d’azzardo; auto di lusso e servizi di piatti con i bordi in oro.
Se c’è un difetto di noi siciliani che non potrà mai essere superato, nemmeno davanti ai migliori propositi di Natale, è quello della polemica.
Certe volte alcune decisioni della magistratura lasciano quantomeno confusi. Mi riferisco al fermo della ricercatrice libica, accusata di istigazione al terrorismo e fermata dalla Procura di Palermo, per poi essere rimessa in libertà dal Gip con il solo obbligo di dimora e nessuna limitazione nelle comunicazioni.