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Non ci si abitua mai allo scorrere del tempo: il susseguirsi dei mesi ci fa perdere la cognizione precisa di ciò che abbiamo vissuto, della fatica impiegata per il perseguimento di un risultato, del peso delle sconfitte, che – inutile prenderci in giro – capitano un po’ a tutti.

Per il terzo anno da direttore di questa testata giornalistica ho il piacere di fare un resoconto prima della consueta pausa estiva. Il panorama siciliano sembra immutabile, gattopardiano: corrotti e corruttori animano le pagine della cronaca insieme ai forcaioli, ai venduti, ai paraculi senza tempo. La politica è triste, decantava su YouTube anni or sono un simpatico idolo del web, tale Giovanni Bivona, barbiere di Agrigento, e credo che avesse davvero ragione. La politica è triste perché è sempre la stessa, si è solo rifatta il trucco. Ora parla di rivoluzione e usa gli hashtag giovanili, ma di nuovo c’è solo il vecchio: strade colabrodo, infrastrutture vergogna, incapacità nel fronteggiare le emergenze, non da ultima quella degli incendi.

Il ‘peso’ delle sconfitte in Sicilia lo sentiamo forte, in parte ne siamo anche responsabili e forse per questo guardiamo altrove invece di guardarci dentro. A novembre, con le regionali, avremo un’opportunità: vediamo di scegliere bene. Vediamo di scegliere. Intanto vi auguro buone vacanze, magari torno a rompervi le scatole a settembre.



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Da giorni in Sicilia non si parla di altro che dell’emergenza incendi che sta seriamente preoccupando intere province, al punto da rendere necessarie in via precauzionale alcune evacuazioni. Emergenza cruda a parte, ci chiediamo come mai l’appello dei vigili del fuoco, circa un tempestivo protocollo d’Intesa con la Regione, non sia stato approntato in tempo.

Il risultato è un caos costante: vigili del fuoco allo stremo delle forze e mezzi oggettivamente insufficienti per arginare le criticità. A tutto ciò si aggiunge l’appello dello showman Fiorello, che sui social, qualche giorno addietro, ha postato delle foto sull’emergenza incendi a Messina, sottolineando lo scarso interesse fino a quel momento mostrato dai media nazionali.

Il gesto di Fiorello, lodevole senza dubbio, evidenzia però una falla del sistema, che accende un faro su un problema solo dopo che l’uomo di spettacolo ha scritto un post su facebook. Non so a voi, ma a me sembra veramente molto triste.



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Non si sa chi sia stato a danneggiare la statua di Giovanni Falcone che si trova nel quartiere Zen di Palermo. Sappiamo solo che qualche essere poco pensante ha deciso di dare sfoggio a tutta la propria spavalderia distruggendo la testa e parte del busto della statua del magistrato per poi schiantarli contro il muro di un vicino istituto scolastico.