Non ci si abitua mai allo scorrere del tempo: il susseguirsi dei mesi ci fa perdere la cognizione precisa di ciò che abbiamo vissuto, della fatica impiegata per il perseguimento di un risultato, del peso delle sconfitte, che – inutile prenderci in giro – capitano un po’ a tutti.
Per il terzo anno da direttore di questa testata giornalistica ho il piacere di fare un resoconto prima della consueta pausa estiva. Il panorama siciliano sembra immutabile, gattopardiano: corrotti e corruttori animano le pagine della cronaca insieme ai forcaioli, ai venduti, ai paraculi senza tempo. La politica è triste, decantava su YouTube anni or sono un simpatico idolo del web, tale Giovanni Bivona, barbiere di Agrigento, e credo che avesse davvero ragione. La politica è triste perché è sempre la stessa, si è solo rifatta il trucco. Ora parla di rivoluzione e usa gli hashtag giovanili, ma di nuovo c’è solo il vecchio: strade colabrodo, infrastrutture vergogna, incapacità nel fronteggiare le emergenze, non da ultima quella degli incendi.
Il ‘peso’ delle sconfitte in Sicilia lo sentiamo forte, in parte ne siamo anche responsabili e forse per questo guardiamo altrove invece di guardarci dentro. A novembre, con le regionali, avremo un’opportunità: vediamo di scegliere bene. Vediamo di scegliere. Intanto vi auguro buone vacanze, magari torno a rompervi le scatole a settembre.