In una Terra (la Sicilia) nella quale la mafia ha sempre preteso i posti migliori nelle istituzioni - dapprima comprando le campagne elettorali per conto terzi e poi forgiando i propri rampolli nelle università per destinarli agli scranni del potere – fingiamo di stupirci se la Commissione regionale antimafia ratifica che alcuni eletti al consiglio comunale di Catania avrebbero parentele dirette con soggetti mafiosi.
Millecentosettanta sostenitori, qualcuno in più, qualcuno in meno. Come è accaduto qualche mese fa per Totò Riina, non poteva mancare su Facebook un gruppo (a dire il vero sono diversi) a sostegno del capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro.
Negli ultimi anni non poche volte il Movimento 5 Stelle si è schierato contro il malcostume di utilizzare beni pubblici di pregio per interessi privati come feste, cene e sfilate di moda.