Quando si arriva alla fine dell’anno, generalmente ci si sbraccia per scrivere auguri dotti, ricchi di citazioni e in qualche modo fini solo a se stessi. Io punterei piuttosto sulla praticità.
Il 2015 appena trascorso non è stato un anno particolarmente brillante per la Sicilia: politicamente abbiamo assistito a un teatrino alla Regione; a un valzer di inciuci e rimpasti, a una finta rivoluzione. Di misure concrete (magari sarò stato distratto) non ne ho viste, al contrario si è celebrato l’attaccamento a poltrone, incarichi e mega stipendi. Qualcosa di buono c’è stato? Si, forse si. Le forze dell’ordine hanno dato un segnale forte contro la mafia e la criminalità. Le cosche sono ancora forti ma hanno capito di avere il fiato sul collo; e più di tutti lo ha capito Matteo Messina Denaro, che non si fa sentire nemmeno con i suoi fedelissimi per paura di passare il capodanno al fresco.
Un paragrafo va dedicato anche all’editoria, con la dolorosa chiusura della redazione giornalistica di Antenna Sicilia: frutto di logiche molto poco chiare. Più in generale, i giornalisti in Sicilia sono una categoria massacrata: sottopagata e sotto scacco da parte di editori, talvolta improvvisati e incompetenti, altre volte senza scrupoli. La libertà di espressione è una quasi utopia, e infatti mi ritengo fortunato se penso che in un anno di direzione delle News di Radio Amore, nessuno ha mai esercitato pressioni sul mio lavoro. Per il 2016 vi auguro e mi auguro un’informazione libera: con meno servetti del potere e più cronisti con le palle. Che servono sempre, non solo a Natale.