Più è alto il numero degli scandali che scuotono la nostra sensibilità, più siamo assuefatti all’idea che nulla sia come appare. Eppure, ogni volta che sento di un imprenditore schierato apparentemente contro la mafia, quando è proprio la piovra a proteggerlo, non posso non pensare al grande rischio che corriamo nel credere alle ‘etichette’.
Sembra proprio che i boss mafiosi, in Sicilia, ci tengano all’omaggio delle processioni religiose. L’ultimo episodio, quantomeno sospetto, è avvenuto a San Michele di Ganzaria, Comune all’estrema periferia della provincia di Catania dove la processione del venerdì santo avrebbe deviato il suo percorso per passare davanti all’abitazione del boss Francesco La Rocca, detenuto per reati di mafia.
Ammettiamolo, la settimana che ci siamo lasciati alle spalle non è stata proprio delle migliori. La cronaca internazionale, con la strage di Bruxelles, ha incupito l’atmosfera pasquale. Respiriamo un clima di incertezza e di odio; di incomprensione e intolleranza. Fortuna vuole che ogni tanto un piccolo (grande) gesto riesca ad infonderci un po’ di speranza.