La settimana appena trascorsa ha lasciato dietro di sé, tra le tante brutture, la storia squallida di una baby squillo praticamente costretta dall’ex fidanzato a prostituirsi con facoltosi professionisti e imprenditori della Palermo-bene.
Lei, sedicenne all’epoca dei fatti e ora a un passo dall’esame di maturità, dovrà fare i conti con l’orrore a cui è stata sottoposta e ricordare nomi e volti di decine di clienti procurati su internet da Dario Nicolicchia: il trentenne che, per gli investigatori, la usava come bancomat e sfruttava il suo amore senza farsi scrupoli. Sono bastati un profilo su internet, un sito ambiguo, qualche foto osé ed ecco abboccare all’amo il volto di una città che alla luce del sole dispensa pillole di moralità; serve la legge; indossa la toga, ma di notte vuole emozioni ed è disposto a pagarle anche duecento euro.
Il corpo di una sedicenne noleggiato come un vestito da chi fingeva di amarla, e comprato da chi fingeva di non capire. Lo shock di una vicenda atroce come questa non verrà mai cancellato dai ricordi della vittima, avrà ripercussioni per sempre nella sua vita. Chi l’ha utilizzata per i suoi scopi non poteva non saperlo. Eppure al giorno d’oggi, la storia insegna, siamo tutti sacrificabili davanti a qualche migliaio di euro. Spicciolo più, spicciolo meno.
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