Gli effetti delle bombe di Bruxelles si traducono in paura, in disagi, nella preoccupazione che qualsiasi aeroporto o luogo affollato possa divenire un cumulo di macerie. Il terrorismo colpisce così: lancia il segnale e gode del panico, costringe i Governi e le prefetture a limitare (ci piaccia o no) in parte la nostra libertà.
Ho pensato a questo aspetto guardando le immagini dell’aeroporto di Catania, da ieri praticamente blindato. I controlli sui biglietti avvengono all’esterno del terminal: entrano solo i passeggeri, ci sono cani antiesplosivo ovunque e cecchini pronti a sparare dai tetti. Il clima è quello di una guerra, e forse è proprio così.
Mi rattrista solo il pensiero che da qualche parte qualcuno stia festeggiando, orgoglioso di aver messo momentaneamente in ginocchio l’Europa della libertà e della cultura: un popolo che per tanti anni è stato abituato a uscire spensieratamente per strada, senza presìdi blindati e mitragliette spianate. È proprio vero che la libertà, talvolta, ha un prezzo. Speriamo solo di non pagarlo con gli interessi.