Sembra proprio che i boss mafiosi, in Sicilia, ci tengano all’omaggio delle processioni religiose. L’ultimo episodio, quantomeno sospetto, è avvenuto a San Michele di Ganzaria, Comune all’estrema periferia della provincia di Catania dove la processione del venerdì santo avrebbe deviato il suo percorso per passare davanti all’abitazione del boss Francesco La Rocca, detenuto per reati di mafia.
L’indignazione delle istituzioni c’è stata: il sindaco si è tolto la fascia; il comandante dei carabinieri sembra che si sia allontanato. Ma c’è chi racconta che qualcuno, all’arrivo della processione davanti casa del padrino, abbia applaudito.
Non esiste al momento un reato specifico previsto dal codice penale per punire chi ‘omaggia’ i mafiosi deviando le processioni o facendo piegare statue di santi, cristi e madonne, ma di certo lo spettacolo che salta fuori da questi teatrini è veramente sconfortante. Viene fuori lo spaccato di una Sicilia timorata, ma non certo di Dio. Fedele, ma non certo alla religione. Eppure perennemente in ginocchio.