Cinque anni di galera senza battere ciglio. Totò Cuffaro li ha subiti, li ha superati e da politico vecchia scuola quale è adesso sa che nessuno potrà più sbatterglieli in faccia, come accade a quelli che accusano lo ‘Stato assassino’ un giorno si e un giorno sempre anche quando sanno che dovrebbero stare zitti.
Vedersi recapitare a lavoro una lettera scritta a macchina con brutali minacce di morte non fa certo un bell’effetto, soprattutto se si è a ridosso del Natale e se si attendono tutt’al più bigliettini di auguri dei militanti PD.
Quella che commento oggi non è una storia siciliana, ma mette una gran tristezza. E’ la storia della legge del più forte che spazza via il più debole. E’ la storia di un pensionato di Civitavecchia che si suicida perché i suoi capitali, tradotti in obbligazioni subordinate in uno degli istituti di credito “graziati” dal decreto salva banche, si sono improvvisamente azzerati.