Quella che commento oggi non è una storia siciliana, ma mette una gran tristezza. E’ la storia della legge del più forte che spazza via il più debole. E’ la storia di un pensionato di Civitavecchia che si suicida perché i suoi capitali, tradotti in obbligazioni subordinate in uno degli istituti di credito “graziati” dal decreto salva banche, si sono improvvisamente azzerati.
Centomila euro spazzati via da un provvedimento che l’Europa ha preteso si ripercuotesse anche sui poveri risparmiatori. Facendo due conti alla buona, 130mila persone sono rimaste travolte dal decreto del Governo e 10mila famiglie hanno perso tutti i loro risparmi. Situazioni del genere ti fanno capire appieno un principio studiato ai tempi dell’Università, quando i professori di Economia sottolineavano che i princìpi economici non hanno nulla a che vedere con la morale.
E infatti a fronte del salvataggio di alcuni grandi risparmiatori, se ne sacrificano altri: più piccoli e per qualcuno meno importanti. Il dato che conta è che un pensionato si è ammazzato dopo essersi visto rubare il denaro accumulato in una vita di sacrifici. La beffa è che non esiste pena per uno Stato assassino.