Non avrei voluto trovarmi nei panni del sindaco di Aci Castello appena 48 ore fa, quando un uomo per niente lucido ha sfondato a calci la porta del suo ufficio e lo ha minacciato di tagliargli la testa per un motivo assolutamente ridicolo: la sistemazione della strada davanti alla sua abitazione.
Due adolescenti litigano per una ragazzina. E’ successo mille volte: roba che ti pigli un cazzotto o due spintoni, o magari li dai. La cosa finisce lì, nove volte su dieci. Poi capita l’assurdo; capita in un quartiere difficile di Catania che si chiama Librino.
Andare a visitare la tomba dei propri defunti e non trovare più nulla. Né il loculo, né la foto, né una valida spiegazione. A Catania è successo nel 2013, quando un’inchiesta della magistratura smascherò una cricca di furbetti, capitanata (secondo gli inquirenti) da un dipendente comunale che avrebbe firmato nuove concessioni autorizzando improponibili demolizioni di vecchi loculi per intascare gli oneri di urbanizzazione.