Una sparatoria nel centro storico di Catania rompe quel silenzio a cui ogni siciliano sa di non potersi abituare.
Tornare due volte sullo stesso argomento non è generalmente mio costume. Ma sulla sparatoria che ha portato alla morte di un giovane rapinatore e al ferimento di un suo complice in un’area di servizio della tangenziale catanese, forse c’è qualcos’altro da dire.
Una rapida sequenza di colpi di pistola, poi un uomo si accascia a terra. Ferito a una gamba. Qualcuno scappa via – pare – in motocicletta, i passanti attoniti rimangono ibernati per alcuni secondi.
Di sicuro qualcosa non va se un uomo può portare con sé una pistola all’interno di un Tribunale notoriamente controllatissimo come quello di Milano; fare fuoco davanti a magistrati, dipendenti e avvocati; uccidere tre persone e ferirne una.