Da giorni l’opinione pubblica è bombardata da messaggi ambigui, spesso velenosi, talvolta fuori luogo, sulla presunta inchiesta che coinvolgerebbe alcune ONG e una frangia di trafficanti di uomini, accusati di essere in combutta per alimentare il lucroso business dell’immigrazione clandestina.
Tra le notizie che certo non passano inosservate c’è quella che riguarda il palazzo di Giustizia di Gela, al centro di una serrata polemica (infarcita da azioni giudiziarie) tra il Comune e i proprietari del terreno che fu espropriato per la costruzione del Tribunale.
La sua colpa è quella aver avuto dei rapporti omosessuali con un ventenne. La sua condanna, per mesi, è stata quella di essere ricattato con la minaccia di diffondere in rete dei video girati di nascosto.