Una piovra attanagliata al collo e al portafogli, quella che ha lentamente distrutto la vita e la serenità di un imprenditore palermitano e poi, una volta morto lui, quella di suo figlio. E’ la storia di due tra le 36 vittime che hanno deciso di alzare la testa contro le cosche di Bagheria. Una storia finita tra le carte dei carabinieri, nei mesi che hanno preceduto il blitz di ieri a Palermo. Una storia cominciata ai tempi delle lire con la pretesa di due milioni, divenuti presto due milioni di euro: cifra imposta dai clan per la cessione all’imprenditore di una parte di attività, di fatto già sua.