Una sparatoria nel centro storico di Catania rompe quel silenzio a cui ogni siciliano sa di non potersi abituare.
Forse ieri sera non sarà stata la mafia che conta a colpire a pistolettate un quarantenne del quartiere San Cristoforo; forse l’agguato va interpretato come un segnale che ruota intorno al mondo della droga e delle piccole cosche. Certamente non c’entrava nulla un quindicenne che è rimasto ferito a una gamba per essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Catania è anche questo: una belva da tenere a freno, una città che non va sottovalutata, una scintilla da controllare. Mi auguro che il neo procuratore Carmelo Zuccaro, non certo nuovo alle dinamiche di questa città, possa portare avanti con coraggio e orgoglio la battaglia iniziata da Giovanni Salvi. Perché a Catania, senza coraggio, si rischia di guardare dalla parte sbagliata.
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