Un avvocato catanese, Ivan Albo, ha assunto “in corsa” la difesa dell’assassino reo confesso di Giordana Di Stefano, uccisa con 42 coltellate a ottobre scorso dall’ex compagno. Se analizziamo il fatto in sé, e se dovessimo crocifiggere tutti gli avvocati che difendono assassini, probabilmente dovrei eliminare dalla mia rubrica una decina di contatti. Purtroppo la folla alimenta folla, e la massa ragiona con la pancia. La questione ‘morale’ che investe la nomina di Ivan Albo è forse un po’ più complessa, e parte dalla politica.
Già, perché l’avvocato è anche vicesindaco del Comune di San Gregorio e ha partecipato nel novembre scorso a una fiaccolata organizzata proprio dalla sua Amministrazione in ricordo delle vittime di femminicidio. Alcuni consiglieri della maggioranza hanno sollevato il caso, chiedendo tra le righe le dimissioni di Albo. Un fiammifero lanciato dentro un barile di benzina, con reazioni in alcuni casi condivisibili e in altre esasperate e stupide.
Guerriglie a parte, la riflessione che mi pongo non è se il professionista abbia fatto bene o male ad accettare l’incarico difensivo di Luca Priolo, ma se d’ora in poi – alla luce di una polemica feroce e non destinata a placarsi – sarà in grado di assolvere pienamente al suo compito senza tentennamenti. La questione morale, in fin dei conti, è solo questa.