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Non c’è da stupirsi di nulla quando si esce di casa in Sicilia. Gli scenari più assurdi, visti magari al cinema, possono materializzarsi da un secondo all’altro con la consapevolezza amara che è tutto vero.

Non oso immaginare cosa stia passando la giovane ragazza bulgara che due sere fa a Mascali, siamo in provincia di Catania, si è ritrovata faccia a faccia con un criminale evaso dai domiciliari in compagnia della sua sega metallica da 40 centimetri. È stata costretta ad entrare in casa, a subire violenze e come se non bastasse pure derubata. La fortuna ha voluto che sia riuscita a chiamare aiuto in tempo, approfittando di un momento di disattenzione del suo carceriere.

Cronaca a parte, non posso non chiedermi come sia possibile girare indisturbati con una sega da mezzo metro in mano senza che qualcuno si insospettisca. Nella cittadina di Mascali, domenica sera intorno alle 23, nessuno ha notato quel trascurabile dettaglio. Se l’ha fatto, magari avrà pensato che il proprietario dell’arnese stesse andando a potare le piante in notturna, non certo a prendere in ostaggio una donna e portarsela a casa per seviziarla. L’ipotesi del giardinaggio, insomma, vince a mani basse sul sospetto. Soprattutto quando la lama è puntata sul collo altrui.



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