Fanno bene gli agricoltori siciliani a scendere in piazza con i trattori quando l’Europa dà indecentemente il via libera all’ingresso in Italia di migliaia di tonnellate di olio tunisino senza alcun dazio.
Tradotto in parole povere, questo olio (di cui non si conosce la qualità e che potrebbe essere benissimo scambiato per italiano) andrà a popolare gli scaffali dei supermercati a un prezzo competitivo, distruggendo centinaia di aziende nostrane che puntano sulla qualità. Facendo due conti, ben presto ci troveremo invasi da prodotti che solo all’esterno assomigliano a ciò che ci aspettiamo, senza sapere in realtà che cosa stiamo mangiando. Ma quello che mi infastidisce di più è la diffusione senza freni di prodotti internazionali che utilizzano marchi e riferimenti mafiosi per aumentare la propria popolarità.
Così ci troviamo davanti alla pizzeria “Cosa Nostra”, al ristorante “Mafia” o ai consigli culinari del sito “mamamafiosa.com”. Il peggio della nostra subcultura elevato a icona per fare business, mentre le aziende e i prodotti di cui potremmo vantarci vanno in malora e al macero. A questo punto mi sorge un dubbio: o l’Italia non conta nulla a livello internazionale, o non contano nulla quelli che ci rappresentano.