Il regista Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino con il film “Fuocoammare” (incentrato sui drammi dell’immigrazione a Lampedusa), è rimasto per oltre un anno sull’isola prima di iniziare le riprese.
Voleva capire bene come si vive nella terra dell’accoglienza e del dolore, prima di girare un film documentario che avrebbe rischiato di essere poco realistico. Il fatto che una pellicola incentrata su Lampedusa e sull’immigrazione riceva un riconoscimento a Berlino, fulcro autoritario delle decisioni della politica europea mi sembra un buon segnale. Costringe a puntare lo sguardo sul problema chi ancora, nel resto della ‘civilissima’ Europa, pensa che l’immigrazione sia un problema solo dell’Italia: una peste che si respinge chiudendosi in casa e sprangando le porte.
La ‘lezione’ di Lampedusa e dei suoi pescatori (che accolgono tutto ciò che viene dal mare) in questo senso è preziosa. E, una volta tanto, sono orgoglioso di pensare che abbiamo ancora qualcosa da insegnare al mondo.