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Bulli molestano bambina undicenne

Non hanno ancora compiuto sedici anni e già vanno in giro per le strade del loro paesino (stiamo parlando di Augusta, nel Siracusano) a fare i bulli, probabilmente sotto l’effetto di alcool e con un coltello in tasca.

Loro non si limitano a fare i gradassi – già di per sé atteggiamento odioso e inqualificabile – ma si sbilanciano in gesti osceni con una bambina di 11 anni che, stando alla cronaca di Repubblica, sarebbe stata divisa dalla sua comitiva, accerchiata, insultata e palpata nelle parti intime. Non è una storia comune di bullismo ma la fotografia nitida di un’emergenza sottovalutata. Già, perché se l’opinione pubblica ci mette poco a liquidare la faccenda come un caso di degrado sociale, a mio avviso dietro un branco di ragazzini armati, ubriachi e potenziali stupratori c’è tutta una galassia di menefreghismi e connivenze che partono dalla società.

Partono da chi ha abbandonato la vittima ai suoi aguzzini (oltretutto in una piazza affollata il sabato sera); da chi non è intervenuto quando poteva e da chi ha tollerato. Un branco di marmocchi con l’indole da arancia meccanica non può essere sfuggito a un intero paese. Per questo mi chiedo se oltre alle bestie che hanno agito, non siano molti di più i colpevoli di questo scempio.

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