Appena ieri abbiamo appreso di un fascicolo aperto dalla Procura di Catania per accertare i motivi della morte di un bimbo ancora nel grembo della madre e di presunte stranezze negli accertamenti compiuti nell’ospedale Garibaldi Nesima.
Ventiquattr’ore prima, i magistrati siracusani hanno sequestrato le cartelle cliniche all’ospedale Trigona di Noto, dove una donna di 45 anni, entrata a chiedere aiuto per forti dolori al petto, è stata dimessa e poco dopo è morta stroncata da un infarto. Ora, non è una novità che le strutture sanitarie siano di frequente al centro dell’attenzione dei magistrati, è anche vero che un caso di presunta malasanità al giorno non ci rassicura per niente. A sentire i medici (non quelli interessati dalle inchieste, sia chiaro) il problema spesso nasce dalla carenza di personale in relazione al numero dei pazienti che affollano i presìdi ospedalieri.
Si cerca di diminuire i costi, insomma, tagliando dalla parte sbagliata. Meno personale, ma anche meno accertamenti. E può capitare che le linee guida imposte ai medici, talvolta non siano seguite alla perfezione. Sono tutte ipotesi, chiaramente, su cui dovranno esprimersi i tribunali. Ma è raro avere giustizia in sede penale: l’omicidio colposo si prescrive in 7 anni e mezzo. Oltre il danno, la beffa.