Venerdì scorso Radio Amore ha raccontato lo sfogo di una madre distrutta ma coraggiosa. Una madre che ha dovuto provare sulla sua pelle il dolore atroce di perdere un figlio di appena 29 anni senza sapere il perché.
Un figlio, stiamo parlando di Giovanni Manna, che lavorava come vigilante al pronto Soccorso dell’ospedale Garibaldi di Catania e che proprio lì si è rivolto quando ha iniziato a sentire forti dolori al cuore. Noi non sappiamo come siano andate le cose: sappiamo solo che il giovane è stato rimandato indietro dai medici per ben tre volte prima di capire che il suo malessere non era frutto di una suggestione ma era qualcosa di serio e grave, tanto da condurlo in pochi giorni alla morte.
Ci sono troppi buchi neri in questa faccenda, e ritengo che solo la Procura di Catania possa mettere le cose in chiaro con un’indagine rapida ed efficace che rassereni i catanesi. Noi abbiamo il diritto di sapere come sono andate le cose. Abbiamo il diritto di sapere in che modo le strutture pubbliche alle quali ci rivolgiamo formulano le diagnosi ed eventualmente – dopo esserci rassegnati – a quale santo votarci quando abbiamo bisogno. La gente vuole risposte; la famiglia di Giovanni vuole risposte. I due figli piccolissimi di Giovanni le pretendono, anche se ancora non sono in grado di parlare. La Procura apra un’inchiesta: lo faccia per amore di giustizia.
ASCOLTA L'EDITORIALE