La cattedrale di Catania è da giorni al centro di feroci critiche scaturite dalla decisione di asfaltare una parte del sagrato, in corrispondenza della “porta santa”.
Della questione si è occupato persino Vittorio Sgarbi, che sul suo profilo Facebook ha condiviso un breve articolo al “vetriolo” pubblicato dal sito online del quotidiano La Sicilia. Ci sembra di capire che chi ha deciso di approntare la modifica non si sia premurato di chiedere preventivamente alla Sovrintendenza (già quindici anni addietro, a dire il vero) se una scelta simile fosse o meno in linea con i vincoli che valgono per i beni artistici. Dal canto suo, la Curia giustifica il gesto sostenendo di aver agito per evitare che qualcuno potesse scivolare sui lastroni di marmo.
Ma il pericolo di “scivolamento”, se vogliamo porre la faccenda su questo piano, varrebbe per tutta la superficie esterna della Cattedrale, mentre il “rattoppo” suona più come un pugno in un occhio. A Catania, insomma, si spera nel miracolo: meno asfalto e più marmo. Con la speranza che non ci siano “scivoloni”, oltre a quello mediatico degli ultimi giorni.