Qualcuno parla della Sicilia apostrofandola con toni e modi non proprio lusinghieri. Ne discutiamo da giorni solo perché il “qualcuno” in questione è Roberto Vecchioni, di professione cantautore, segni particolari: nato a Carate Brianza, in Lombardia.
In pratica un estraneo famoso che, al pari di tanti siciliani, ha preferito buttarla in caciara con la battuta a effetto, salvo poi metterci una pezza. Per fortuna a Palermo sembra essere arrivata una persona che la pensa in modo differente. Mi riferisco al nuovo arcivescovo, Corrado Lorefice, che invece di arringare la folla con parole aspre ha preferito parlare di Costituzione, uguaglianza, speranza. Sono frasi volutamente elementari e poco televisive, ma a ben pensare rappresentano tre aspirazioni ancora lontane dalla realtà. In Sicilia l’uguaglianza sancita dalla Costituzione viene spesso scalciata dalla prevaricazione e dalla discriminazione. La speranza è appannata dalla rassegnazione, dalla povertà e dall’oppressione mafiosa.
Il vescovo di Palermo traccia un percorso da intraprendere insieme piuttosto che gettare nella fogna, da sopra un palco, Sicilia e siciliani. E chissà se la semplicità del nuovo inquilino della Curia palermitana non possa convertire anche Rosario Crocetta. Il Presidente della Regione, per rispondere a Vecchioni e ribadire le bellezze di Sicilia, ha pubblicato su facebook alcune sue foto in costume sulla spiaggia di Tusa. Speriamo solo che non legga i commenti.