Non hanno ancora diciott’anni ma spacciano droga per arrotondare. Vendono morte sotto forma di Mdma ai rave ai loro coetanei, ma a sentirli parlare è solo sballo e divertimento.
Magari non tutti ci lasciano la pelle, come è successo qualche mese fa a Ilaria Boemi (stroncata sulla spiaggia del Ringo di Messina), ma leggere le testimonianze dei tanti che sono usciti stravolti per sempre da quei viaggi chimici, non fa certo un bell’effetto. Probabilmente ancora sono troppi i giovanissimi che ignorano gli effetti micidiali di queste porcherie dello sballo, e sono altrettanti quelli che si lasciano abbindolare dall’illusione di essere grandi solo quando si è provato tutto nella vita.
Ma se da un lato mi sento di compatire, di comprendere come farebbe un fratello maggiore (o un padre) chi rimane coinvolto e travolto dalla moda autolesionista della droga, non ho invece il minimo rispetto per chi vende questa robaccia ai coetanei, guardandosi bene dal partecipare al banchetto dello sballo. Sono piccoli criminali doppiamente colpevoli e pienamente coscienti: disposti a sacrificare la vita degli altri per quattro soldi in tasca.