Rosario Crocetta a volte mi intenerisce. Intervistato da Antonello Caporale – giornalista pungente fin dai tempi di Repubblica, figuriamoci ora che è passato al Fatto Quotidiano – il governatore della ‘rivoluzione’ dà un’immagine di sé veramente comica e non ho ben chiaro se si renda conto di essere stato preso bonariamente per i fondelli.
Dalla situazione disastrata della Sicilia con le pezze al culo al black out dei servizi informatizzati, passando per la crisi idrica a Messina, non traspare un briciolo di serietà nelle sue parole. Ed escludendo il titolo sulla prima pagina del Fatto - che travisa le parole del Presidente circa la richiesta di essere inviato in Libia per trattare, dal momento che conosce l’arabo e il Corano – Crocetta esce con le ossa rotte dal confronto con il cronista. Dice di non essere andato a Roma ad elemosinare a Renzi un miliardo per la Sicilia, che quelli sono soldi dovuti, ma intanto chiede al giornalista di riportare toni pacati quando si parla del Premier, per non farlo arrabbiare. I
Incalzato poi sul fatto che si trovasse in Tunisia in concomitanza con la gravissima emergenza idrica a Messina, Crocetta minimizza – come se si fosse trattato di un tubo rotto nel garage – e dimentica che sono intervenuti l’esercito e il Governo quando lui a Tunisi parlava delle imprese siciliane. Anche se non l’ha chiesto lui, concorderei sul fatto di mandare il Presidente in Libia o in Tunisia. E’ giusto che anche gli amici nordafricani sperimentino, del resto, i benefici della ‘rivoluzione’.