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incicuci alla Regione

Li assumono alla Regione e non gli basta lo stipendio. Loro vogliono sempre di più. Vogliono guadagnare sul potere (piccolo o grande di cui dispongono) per generare utili o per garantirsi favori.


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Appena ieri abbiamo parlato dell’impiegato regionale che si premurava dietro compenso di garantire permessi ai finti lavoratori dei circhi. Adesso, salendo decisamente di livello, spunta la storia della superburocrate Anna Rosa Corsello: dirigente generale alle politiche sociali, al lavoro e alla Famiglia sospesa dall’incarico per sei mesi su richiesta del Procuratore capo di Palermo che ipotizza per lei l’accusa di induzione alla corruzione. Per farla breve, secondo i magistrati, la Corsello avrebbe chiesto l’assunzione di sette dirigenti ai responsabili di un ente di formazione con il quale la Regione stava per siglare una convenzione. Qualcosa non è andato per il verso giusto: non solo le assunzioni non sono andate in porto, ma un collega di lavoro della superburocrate si è stufato degli inciuci e ha deciso di raccontare un bel po’di storie agli inquirenti, che poi hanno indagato per conto loro.

Il quadro che esce non da una, ma dalle tante vicende di corrotti e corruttori siciliani è oggettivamente nauseante. Ogni giorno salta fuori una porcata; una valanga di indagati super pagati e comunque affamati. Se fossi scettico – facendo il verso ai fratelli Coen – penserei che la Sicilia non è un paese per onesti.