In Sicilia siamo ormai tristemente abituati a notizie di disperazione e disagio, tanto da considerare normali anche episodi di terribile ingiustizia. Non so voi, ma ogni volta che leggo di un anziano che, strangolato da tasse e spese familiari, arriva a tentare il suicidio, mi rendo conto del fallimento costante del nostro sistema sociale.
L’ultimo episodio è accaduto appena pochi giorni fa a Riposto, in provincia di Catania. La cronaca la conosciamo grazie a una relazione dei carabinieri del posto, che fortunatamente sono riusciti a convincere l’uomo, un 75enne pensionato, prima che decidesse di gettarsi in mare. Ai militari, l’anziano ha spiegato la sua condizione: una piccola pensione e tantissime spese. Spese sanitarie, tasse, medicinali da acquistare e una rata mensile da rimborsare a una finanziaria a cui lo sventurato si era rivolto accorgendosi di non farcela più. Lui, che stava annegando nei debiti, ha quindi deciso di gettarsi in mare e farla finita, sommerso già dalla vergogna.
Il lieto fine nella storia c’è, ma lascia un retrogusto amaro. Sono stati i carabinieri a mettere le mani al portafoglio per risollevare, almeno momentaneamente, le finanze dell’uomo e la dispensa di casa. Adesso anche il sindaco del piccolo comune jonico si è impegnato a risolvere il caso. Peccato che di “casi” ce ne siano tanti; peccato che si debba arrivare a gesti estremi di disperazione per avere un po’ di attenzione.