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Autostrade del CAS

Autostrade si sbriciolano come se fossero costruite con le costruzioni lego, e quando non cede l’asfalto ecco che ci pensano le frane. Risultato: provate a fare un picnic sull’A18, tra Roccalumera e Giardini Naxos, per capire quanto fragile e sonnolenta è la popolazione siciliana nell’accettare supinamente ogni genere di sopruso.

L’isola viene spaccata in due per il cedimento di un viadotto? Polemiche e urla, ma i papaveri che gestiscono le grandi opere della viabilità sono al loro posto. Forse ogni tanto salta qualche testa, ma il principio base è che la colpa non si sa mai di chi sia. Una valanga di terra e pietre si abbatte su una carreggiata dell’A18? Pazienza. Il CAS (che non è una brutta parola, ma l’acronimo di Consorzio per le Autostrade Siciliane) immediatamente ha messo le mani avanti, sottolineando che alcuni interventi per il contenimento del costone roccioso erano stati attuati lo scorso 2 ottobre. E menomale, se questi sono i risultati.

Morale della favola: chissà quante settimane occorreranno prima di tornare a uno stato di “pseudo” normalità. Già, perché in Sicilia il concetto di normalità è sempre precario, così come gran parte dei siciliani. Scherzi a parte, piuttosto che contare sul CAS, consiglierei di affidarci al caso. Sperando che la fortuna che ha scongiurato l’ennesima tragedia ieri, non ci abbandoni anche domani.