Crocetta non ce la fa. Non ce la fa a stare zitto, nemmeno nel giorno in cui anche il più impedito dei consiglieri avrebbe dovuto imporgli di defilarsi dalla scena.
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Non perché non sia legittimo dire la propria, ma rilasciare una video intervista nella quale l’uomo dello scandalo ribadisce di essere una vittima, al pari di Lucia Borsellino (e nel giorno in cui si ricorda con dolore la strage di Paolo Borsellino e della scorta) è veramente troppo. Forse il più grande errore di Crocetta è questo: agire d’istinto, sfogarsi a favore di telecamera con parole di pancia e teorie complottiste dal sapore adulterato. Il Governatore parla e la dà vinta a Buttafuoco, quando di lui scrive che “...dice dice e dice e non capisce quello che dice”. Se non fosse così, avrebbe evitato di puntarsi un riflettore addosso nel giorno di Borsellino; a poche ore dal gesto fin troppo eloquente del presidente Mattarella, che ha rotto il cerimoniale per abbracciare Manfredi dopo il suo pesantissimo discorso in difesa della sorella Lucia. E anche se Manfredi Borsellino non ha fatto apertamente il nome del Governatore esiliato a Tusa, anche i muri hanno capito contro chi quelle parole di fuoco erano rivolte.
Crocetta per difendersi attacca e si paragona a un guerriero. Dice che non si dimetterà e che dovrà essere la sua coalizione a sfiduciarlo. Probabilmente conta sul fatto che ancora i deputati non hanno maturato il vitalizio; probabilmente spera che i giornali si occupino di altre questioni e mollino la presa dalle sue chiappe (sbiancate o meno). Probabilmente invece farà dietrofront e smentirà sé stesso. Perché l’impressione che si ha di Saro Crocetta è che parli quando non deve parlare, e stia zitto quando invece dovrebbe incazzarsi.