A che serve prendere una laurea in medicina quando si ha l’ingegno di un truffatore e una buona stampante sotto mano? Probabilmente a nulla.
E infatti uno scaltro operaio della zona di Fiumefreddo (in provincia di Catania) ha deciso di prendere solo il “meglio” della professione medica: lo stipendio. Uno stipendio messo nero su bianco su carta intestata dell’Asp di Messina, che è servito come garanzia per farsi finanziare 50mila euro da un istituto di credito catanese. Purtroppo per lui, il finto dottore sembra abbia mostrato troppa ingordigia e così, alla seconda richiesta di prestito nel giro di un mese, si è fatto beccare dai carabinieri dopo la segnalazione di un dipendente. Va da sé che il nostro dottor truffa avrebbe probabilmente continuato a fregare chissà quante finanziarie esibendo il suo finto maxi stipendio, e non è detto che non l’abbia già fatto.
L’episodio in questione non può non farmi venire in mente il parallelismo con la gente onesta che - con poche garanzie o una modesta pensione - cerca di farsi prestare cifre irrisorie per superare un momento di crisi, ricevendo spesso e volentieri rifiuti farciti da facce schifate. Il finto dottore invece veniva trattato con i guanti. Del resto, la storia insegna, a volte l’apparenza conta più della sostanza.