La soglia di degrado a Catania supera i limiti, rendendo certi criminali non soltanto sgradevoli in quanto parassiti della società, ma anche e soprattutto spregevoli per la loro vigliaccheria.
Ieri mattina un prete salesiano è stato prima adocchiato e poi aggredito a pochi passi da piazza Mazzini, nel pieno centro della città. Il balordo (finito in manette dopo un tentativo di fuga) ha infierito per rapinare la vittima, ed è stato costretto a “mollare la presa” solo perché in quel momento si trovavano a passare due poliziotti della Squadra Mobile. Potremmo discutere per giorni e giorni sul fenomeno criminale cittadino e sulla deriva di una città insicura e smarrita, ma finiremmo per scadere nei soliti luoghi comuni.
L’episodio di ieri mi irrita perché, come sempre più di frequente accade, a farne le spese sono le persone più fragili o quelle considerate innocue. Prendersela con un prete, oltretutto non giovanissimo, riflette in pieno l’indole criminale più bassa di una città senza speranza e da cui fuggire.