Guai a toccare i “sacri affari” della carne di cavallo a Catania. Potresti venire aggredito mentre fai il tuo lavoro. Potresti essere insultato e qualcuno potrebbe anche prendersi la briga di strapparti di mano (arbitrariamente) il cellulare con il quale stai documentando un’operazione di polizia.
E’ successo a una collega che – evidentemente – non pensava fosse possibile una situazione simile, tanto più alla presenza di decine di uomini delle forze dell’ordine. E invece è accaduto, proprio ieri sera, tra i banchetti fumanti di via Plebiscito: regno dei pizzicagnoli canterini e della "stigghiola". Forse alla collega è sfuggito un passaggio: a Catania le zone non sono tutte uguali; la legge non è uguale per tutti e per qualcuno, specialmente quando viene beccato con le mani nella marmellata (scaduta), il giornalista è né più né meno che un rompicoglioni.
Il problema però sta a monte. Ammettiamolo: in certe zone regna l’anarchia, e la responsabilità di questo clima da selvaggio west è di tutte le amministrazioni che hanno lasciato “correre” nei decenni; che hanno fatto finta di non vedere, di non sentire. L’operazione di polizia dura una notte, riempie i siti web e qualche spazio nei giornali locali. Da domani si ricomincia con le solite polpette, ovviamente alla catanese.