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voto di scambio in Sicilia

Un bel lavoro nuovo di zecca per te o per i tuoi familiari; cosche mafiose tirate in ballo per procurare voti; provviste alimentari trafugate dalle onlus per finire nelle case di certi elettori.

Ecco il ‘sistema’ Sicilia che secondo gli inquirenti palermitani sarebbe stato utilizzato nel 2012 da due onorevoli (si fa per dire) poi eletti all’ARS e un terzo soggetto politico più sfortunato alle urne in quella circostanza. Tutti e tre stamattina sono finiti ai domiciliari dopo una lunga visita di cortesia da parte dei finanzieri. Ma il problema, a ben guardare, non è solo l’arresto in sé. Il problema nasce dal fatto che ormai siamo così tanto abituati all’idea del politico come corruttore per eccellenza da non fare caso al cittadino corrotto.

E’ un sistema perverso che ci vede additare il marcio a ogni arresto, a ogni operazione di polizia, a ogni scandalo. Ma quella foga garibaldina svanisce poche ore dopo, ed è già un ricordo lontano il giorno delle elezioni. Come si spiegherebbero, altrimenti, i fiumi di consensi raccolti da candidati “impresentabili” e amici degli amici? Forse è meglio non spiegarlo. Sarebbe comico però, nel periodo elettorale, sbirciare tra le dispense di molti elettori apparentemente indignati contro la malapolitica. Giusto per capire che fine abbiano fatto i pacchi di pasta e le conserve regalati in buona fede da qualcuno a certe onlus per i bisognosi...