Un assassino è un assassino. Può uccidere con la pistola, può farlo a mani nude oppure a bordo di un'auto. Eppure per lo Stato italiano ci sono assassini che godono di una sorta di impunità: sono i pirati della strada che, spesso strafatti o ubriachi, spezzano vite umane innocenti e se la cavano con una pena molto leggera rispetto al danno causato.
Pagano (raramente) un indennizzo alle famiglie delle vittime e poi, prima o dopo, tornano pure a guidare. Se ne parla da anni, persino il premier Renzi ha ammesso la necessità di istituire il reato di omicidio stradale, con pene dai 6 ai 10 anni e l'ergastolo della patente. Fino a quando tutto questo non diverrà realtà, le pagine di cronaca nera traboccheranno di orrori. Appena ieri, a Palermo, la 30enne Tania Valguarnera, madre di due bambine e a un soffio dal matrimonio, è stata travolta e uccisa da un panettiere a cui era stata ritirata la patente un anno fa per eccesso di velocità.
L'assassino è fuggito, ed è solo grazie ad alcuni testimoni che i poliziotti sono riusciti ad individuarlo. Per la legge italiana dovrà rispondere, forse, di omicidio colposo e omissione di soccorso. Prima o poi potrà tornare a guidare. Tania Valguarnera non potrà mai più tornare dalle sue bambine.