E’ probabilmente solo una mia impressione ma nell’ultimo periodo la paura della mafia violenta e sanguinaria si sta facendo sempre meno astratta per assumere i connotati di un incubo reale.
Magistrati minacciati di morte; case “visitate” da ignoti che non portano via nulla, e adesso anche l’ordine – partito da un carcere siciliano – di colpire il figlio del pubblico ministero che ha sbugiardato un falso pentito. La nuova mafia sembra essersi risvegliata nella sua ferocia contro lo Stato: urla ai suoi adepti di compiere stragi per azzerare il nemico e la sua famiglia. “Nemmeno la semenza deve rimanere”, avrebbe detto il boss a un compagno di cella, ma non solo a lui. Così scattano le misure di sicurezza e un bimbo finisce "in cella" senza colpe. Non può più andare a scuola, al parco, anche solo a prendere un gelato come un ragazzino normale. Ogni suo passo è monitorato dalla scorta.
Ci sono condanne e condanne, e questo i magistrati in prima linea lo sanno bene. I padrini si vendicano contro i giudici emettendo sentenze di morte senza appello. Quella che ha colpito il pm in questione però è più crudele e odiosa, dal momento che - per il comitato per l’ordine e la sicurezza - suo figlio corre un rischio altissimo. I nuovi boss, a quanto pare, adesso se la prendono con i bambini.