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Sgarbi critica Expo

Ognuno è libero di esprimere il suo parere, ma permettetemi di dissentire nettamente da chi come regola di vita ha quella di criticare aspramente qualsiasi cosa. Vittorio Sgarbi, che pure stimo per certe sue capacità, è l’emblema del dissenso a 360 gradi.

Lo ha fatto anche ieri, parlando del padiglione italiano all’Expo e per di più all’interno della struttura. Ha definito la composizione italiana “bruttissima, a dispetto di tutti gli altri padiglioni stranieri”. Cento milioni di euro “buttati”, insomma, per il critico d’arte che accusa gli organizzatori di aver ospitato poche opere italiane e una solo di Guttuso. Sinceramente, seppur da profano, non penso che il lavoro italiano meriti di essere denigrato e stroncato in maniera netta solo per una o più scelte artistiche. E ancor di più mi sembra esagerato definire Expo un “grande lunapark che puoi benissimo vedere da casa tua grazie ai video e alle fotografie”. Sarebbe come dire ai turisti di non visitare il Louvre perché la Gioconda è riprodotta fedelmente anche nella cartoleria sotto casa.

Ci auguriamo che Sgarbi, a cui per il momento non calza a pennello il ruolo di promotore del turismo italico, prima o poi cambi idea. Oppure cambi padiglione: sembra che in Corea del Nord siano molto propensi alle critiche...