Ma in che schifo di epoca viviamo, se una donna non può nemmeno ordinare una pizza a domicilio e aprire la porta al fattorino in pigiama senza temere di essere aggredita.
Che il fattorino-stupratore fosse egiziano, italiano, slavo o marocchino non fa alcuna differenza. Uomini che odiano le donne: mai titolo di un best seller fu più azzeccato. E non per forza bisogna stuprare una donna per ucciderla dentro. La si uccide con gli sguardi morbosi; gli ammiccamenti volgari; con le frasi da bar del tipo: “Sicuramente è lei che ha provocato lo stupratore”. Oppure: “Magari si è pentita dopo esserci stata a letto e l’ha denunciato”. Quelli che la pensano così sono gli stessi che sostengono la tesi secondo cui “lo stupro non è voluto se la vittima indossava la minigonna”.
La verità è che, guardandoci bene allo specchio, viviamo ancora nel basso medioevo. Molti di noi solo a parole – e per ipocrisia – sostengono che ci sia la parità e si battono pure le mani al petto quando leggono sui giornali del fattorino violentatore. Ma chi lo pensa davvero? Chi lo crede davvero? Basta guardarci intorno per scoprire la risposta. Per un caso che finisce sui giornali, ce ne sono 100 che restano nell’ombra, spesso con l’aguzzino in casa.