Altro che Mediterraneo da scoprire. Se Pino Mango fosse ancora vivo, probabilmente parlerebbe di Mediterraneo da evitare. Non bastavano gli sbarchi incontrollati e i morti, adesso ci si mette pure di mezzo lo spettro di una nave pirata che avrebbe sequestrato e dirottato un peschereccio siciliano, l’Airone, a 40 miglia dal porto libico di Misurata.
L’allarme è stato lanciato da un altro motopesca che si trovava a poca distanza; sembra che i pirati abbiano abbordato la “preda” con un grosso rimorchiatore senza insegne militari o bandiere. Inutile dire che in queste ore si respira un’aria pesante a Mazara del Vallo: luogo in cui vivono le famiglie dei membri dell’equipaggio, tre mazaresi e quattro tunisini.
Il presidente del distretto pesca – come riferisce il Corriere della Sera – ha già provveduto a mettersi in contatto con il ministro libico dell’Agricoltura e della Pesca per chiedere un “gesto di amicizia”. Ma l’aiuto del Governo libico – tutt’altro che solido – varrebbe nel caso in cui l’Airone fosse stato sequestrato da autorità locali; un po’ meno nell’ipotesi di pirateria. Il problema è che si naviga nel porto delle nebbie: sempre più fitte, sempre più pericolose.