Se non ci fossero stati i pallettoni di mezzo e una donna ferita, la scena che si è consumata ieri mattina nel roboante quartiere catanese di San Cristoforo avrebbe avuto dei tratti persino divertenti.
Il clima è da film: vicoli che sembrano essere rimasti alle cartoline in bianco e nero e un sessantenne col fucile in braccio che pretende, manco fossimo nel selvaggio west, di ottenere da una ragazza di trent’anni il compenso dovuto per dei lavori di manutenzione mai pagati. La donna si porta dietro il fratello (solo sulla carta ai domiciliari) per andare a chiarire la questione, ma riceve come regalo di benvenuto una fucilata che la colpisce fortunatamente solo di striscio. Il clima rusticano si esaurisce con l’arrivo dei condor della Squadra Mobile di Catania, che ammanettano il John Wayne di San Cristoforo e gli sequestrano una volta per tutte la carabina.
Sia chiaro: probabilmente sono poco informato sull’attualità rionale, ma dubito che scene così colorite avvengano con frequenza altrove. La cosa che più mi turba è l’uso allegro e sconsiderato di un fucile per questioni banali: l’arzillo sessantenne si sentiva legittimato a fare ciò che ha fatto; lo ha ripetuto persino agli agenti che lo hanno arrestato. Ditegli, se lo sentite, di guardare più Cento Vetrine e meno Chuck Norris.