Avete presente quei film catastrofisti, dove la miseria o la disperazione dilagano a tal punto da compiere azioni brutali e meschine, per poi – un istante dopo – ritornare a una surreale normalità apparente? Sentendo quello che è successo a Palermo, fatico a distinguere la realtà dalla pellicola.
Un clochard indiano, che si era accampato in pieno centro per riposare un po’, è stato circondato e picchiato selvaggiamente da altri due giovani stranieri, che dopo essersi sfogati e avergli spaccato la faccia a calci e pugni hanno portato via la considerevole somma di 15 euro. Poco dopo, come se nulla fosse, i carabinieri li hanno trovati a bere allegramente del vino in una piazzetta. Entrambi senza permesso di soggiorno e con alle spalle diversi provvedimenti di espulsione dall’Italia. Sentire notizie come questa mi infonde un sentimento di rabbia e sconforto. Rabbia, se penso che giorno dopo giorno percepiamo un senso di insicurezza dilagante. Sconforto, perché i set violenti in stile “Arancia meccanica” li troviamo nella realtà, non solo in tv.
Gli stranieri incidono in questa bolgia infernale? In parte si, inutile nasconderlo. Insieme ai poveri disperati che chiedono asilo politico ci sono autentici criminali che sfuggono alla giustizia del loro Paese cercando impunità in Italia. E se l’Italia non riuscirà a distinguere le vittime dai carnefici finirà travolta dal suo finto buonismo. Lascerà spazio agli estremismi senza compromessi. In parte è già successo: basti pensare alla Lega Nord, che trova consensi in Sicilia. La stessa terronissima Sicilia che, qualche anno fa, Borghezio voleva vendere agli americani.