Voglio chiedere una grazia a Sant’Agata, ma vi assicuro che non è per me. Per lo meno, non solo.
Mi piacerebbe che venisse davvero fatta rispettare un’ordinanza del sindaco di Catania, che vieta il commercio ai venditori abusivi che ogni anno popolano con i barbecue il percorso della terza festa più importante al mondo. Affari d’oro, praticamente esentasse e davanti agli occhi di tutti, dalle istituzioni alle forze di polizia. Nessuno ha mai potuto fare nulla contro il business degli “arrusti e mangia”, per chiamarli in gergo siciliano. Un business così importante da far “sussurrare” a più di qualcuno che per aumentare le vendite (cera compresa) si sia mostruosamente rallentata la processione verso piazza Cavour, dove ogni anno si assiste – sempre più tardi – allo spettacolo dei fuochi che tiene incollate per ore centinaia di persone.
Per il Comune di Catania, ordinanza alla mano, saranno dunque puntiti con confische e multe salate (da 500 a 2000 euro) tutti gli ambulanti sorpresi a vendere lungo il tragitto della processione. Se riuscisse quest’impresa di ‘bonifica’, chiamiamola così, si potrebbe parlare finalmente di inversione di tendenza. Perché, diciamola tutta, a margine della Festa catanese ci sono troppi affari che non hanno nulla a che fare con la devozione. E non basta un sacco bianco per fingere che non sia così.
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