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bufala Riina Isis

C’è un surreale Totò Riina che dal carcere – in regime di 41bis, si badi bene – incontra un giornalista al quale raccontare (cito testualmente la fantomatica dichiarazione) di “voler sconfiggere l’Isis per cacciare questa gentaglia dal nostro territorio”.

Ci sono le finte dichiarazioni ai pm della cooperante Greta, da poco liberata insieme a Vanessa dopo 5 mesi di prigionia, che ammette di aver consumato rapporti sessuali con i guerriglieri. Ci sarebbero altre decine di finte notizie che potrei citarvi, come quella che riguarda Gasparri che va a trans, per sottolineare i pericoli di una rete nella quale, quotidianamente, viene riversata una quantità impressionante di immondizia. Chi pubblica le bufale, eliminiamo subito ogni dubbio, non lo fa per puro divertimento. Niente affatto. La notizia che ha il sapore di scoop: quella morbosa, quella a sfondo sessuale, quella che riguarda retroscena pruriginosi di criminali o paladini del jet set risulta essere una miniera d’oro per i gestori dei siti.

Loro scrivono stronzate, con tanto di foto e un titolo accattivante, voi aprite i link: magari vi indignate e condividete la paccottiglia sui social, con il risultato di far lievitare le visualizzazioni e, di conseguenza, la quotazione pubblicitaria dei siti. In pratica voi siete strumenti inconsapevoli del loro guadagno, e poco importa se si infangano le persone con tonnellate di letame: gli autori si nascondono nell’anonimato. Oltretutto il più delle volte i server a cui si appoggiano sono esteri. Il gioco è fatto: la bufala è servita. Sta a voi decidere se sedervi a tavola.