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Fabrizio Nizza si pente

Probabilmente, dalle parti del palazzo di cemento di Librino (per chi non è catanese, stiamo parlando di un polo importante di spaccio di droga e altri brutti affari) qualcuno non sarà di buon umore; qualcun altro starà facendo i bagagli o chiedendo “ospitalità” ad amici influenti.

Già, perché un colonnello nell’orbita mafiosa dei Santapaola, quale è Fabrizio Nizza, ha deciso di collaborare con la magistratura raccontando dettagli interessanti. Molto interessanti, se è vero che nel giro di pochi giorni dalla sua “conversione” sono scattate le manette per sei presunti affiliati, ritenuti responsabili di usura, estorsione e detenzione illegale di armi. Una corsa contro il tempo, quella degli investigatori, che ieri hanno arrestato gli amici degli amici di Nizza poco prima che si accanissero contro un imprenditore finito al centro di una spirale di violenze e minacce. Sistemi “pratici”, chiamiamoli così, per convincerlo a mettersi sotto protezione, cedendo agli esattori persino alcune proprietà immobiliari.

Dalle carte della Procura salta fuori anche che gli arrestati sarebbero stati custodi di un fornitissimo arsenale di armi, scoperto e sequestrato in un sottoscala a Librino a fine settembre. Va da sé che questo è solo l’acconto per il boss: la prima rivelazione ai magistrati per certificare i suoi buoni propositi. E questi propositi potrebbero ben presto svelare nomi e ruoli; piani e obiettivi di una organizzazione che perde terreno, ogni giorno di più.