Non occorreva di certo la sfera di cristallo per ipotizzare che, complice il caldo torrido degli ultimi giorni, in Sicilia si sarebbe scatenato un inferno di fiamme, con la necessità di interventi in forze da parte dei Vigili del Fuoco che sono sempre sotto organico e ai quali si richiedono sforzi sovrumani senza corrispondere risorse adeguate.
Risultato: caos, disagi, paura. Provatelo a chiedere ai tanti automobilisti che ieri sono stati costretti a invertire il senso di marcia sulla A18 a causa delle fiamme e del fumo denso. Ma non se la sono passata meglio gli allevatori di Chiaramonte Gulfi, che hanno dovuto assistere inermi al massacro dei propri animali circondati dalle fiamme.
L’emergenza incendi è una costante in Sicilia: lo sappiamo noi, lo sanno i politici e gli amministratori locali. Eppure nei Palazzi del potere sospettiamo che ci sia qualcuno distratto o assopito, tanto da non interessarsi fin dal lontano 2012 della convenzione tra Regione e Vigili del Fuoco per il potenziamento della lotta agli incendi. Ma in Sicilia siamo fatti così: prima il casino, poi le scuse. Anche quando è troppo tardi.
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