È il solito copione della politica “gridata” quello che va in scena a Palermo e che ha come protagonista Francesco Vozza, del coordinamento provinciale “Noi con Salvini” in merito alle proteste di un gruppo di migranti ospiti in una comunità alloggio di Casteldaccia.
Gli stranieri sono stati apostrofati su Facebook dal politico leghista come “animali da rimandare a casa” a seguito della protesta sfociata due giorni fa con il lancio in strada di alcuni suppellettili e masserizie dopo aver ricevuto il diniego della struttura a festeggiare l’ultimo giorno di Ramadan. In questa storia c’è in sottofondo il chiaro scivolone del politico “salviniano” ma anche il fatto che sia stato messo in condizione di eccedere.
Perché sarebbe assolutamente ipocrita far finta di non vedere che la reazione dei migranti sia stata sproporzionata. Perché le regole e il rispetto devono valere per tutti: per i leghisti sboccati e volgari e per i migranti intolleranti e maleducati.