È notizia recente la decisione del preside di una scuola superiore di Niscemi, siamo in provincia di Caltanissetta, di riaprire i cancelli dell’istituto e far tornare tra i banchi circa 1200 studenti per una settimana, precisamente dal 17 al 22 luglio.
Il motivo? È presto spiegato: nell’anno scolastico appena concluso non sarebbero stati svolti per intero i 200 giorni di lezione obbligatori, a causa di un malfunzionamento degli impianti di riscaldamento che ha costretto le classi a una sospensione forzata nel periodo invernale. A segnalare la carenza sono stati due professori dello stesso istituto, che hanno sollecitato l’arrivo degli ispettori. Gli studenti niscemesi, insomma, volenti o nolenti dovranno abbandonare i sogni vacanzieri per un po’ e tornare in classe.
Ma al di là dell’aspetto di colore nella vicenda (che ricorda vagamente il film Immaturi di Paolo Genovese) c’è da chiedersi quanto risulterà utile ai fini formativi questo accanimento formale a scrutini ormai ultimati. Del resto siamo in Italia, e si sa: l’apparenza è spesso più importante della sostanza.