Riti vodoo e sortilegi per tenere in pugno giovani ragazze prelevate dalla Nigeria e portate in Italia, non per un futuro migliore ma per una vita d’inferno. Minacce e terrore per imparare il mestiere più antico del mondo, poi le vittime venivano sguinzagliate per le strade e costrette a spartire i frutti della loro umiliazione.
L’ennesima operazione della Squadra Mobile di Catania ci racconta scenari tristemente conosciuti, difficilmente sradicabili da un contesto sociale tanto ipocrita quanto morboso. È la famosa legge della domanda e dell’offerta a muovere questo business: i clienti alimentano le tasche degli aguzzini, che a loro volta incrementano la tratta di giovanissime per soddisfare la fame di sesso di una città nei fatti complice. Eppure i clienti, spesso in giacca e cravatta, non pensano alle vite distrutte dietro la facciata di un corpo in vendita.
Venti, trenta euro, quindici minuti di evasione e poi torneranno alla loro vita di presunti bravi padri di famiglia. Perché il male si fa ma non si dice.